Chi non ha presente il crudele e meschino Shylock e la sua bella figlia Jessica, i personaggi dell’opera shakespeariana Il Mercante di Venezia? Shylock rappresentava tutti gli stereotipi additati allora ai popolo ebraico: strozzini interessati solo ai soldi, spilorci, crudeli e senza sentimenti. Siamo nel Cinquecento, e proprio negli stessi anni nasceva il primo ghetto ebraico in Europa , il Ghetto di Venezia.
Anzi, è proprio dalla lingua di Venezia che trae origine il termine Ghetto. Quest’anno il Ghetto celebra cinquecento anni di storia e di cultura, cinquecento anni in cui Venezia non sarebbe stata la stessa senza la presenza del popolo ebraico.
Già attorno all’anno Mille è documentata la presenza della popolazione ebraica a Venezia, ma è solo nel 1516, con un decreto datato 29 Marzo del doge Leonardo Loredan, che nasce l’istituzione del Ghetto Novo: con la nuova legge infatti tutti gli ebrei dovevano risiedere in una zona precisa della città, quella dei géti, ovvvero il luogo anticamente destinato alle fonderie e alla fusione dei metalli.
Leggenda vuole che i primi ebrei a risiedere nel neonato Ghetto Novo fossero originari dell’Est Europa, e che storpiassero la parola géto in ghéto: ecco la nascita di un nuovo termine, destinato ad entrare in tutti i vocabolari europei e non,che avrà purtroppo denotazione negativa, indicando un luogo isolato dal resto della città in cui doveva vivere una determinata popolazione.
Gli ebrei del ghetto di Venezia non potevano uscire di notte: il cancello infatti veniva chiuso alla sera e guardie cristiane- pagate però con i tributi della popolazione ebraica- navigavano attorno ai canali che circondavano la zona per impedire fughe notturne.
Le Sinagoghe del Ghetto sono state costruite tra il Cinquecento e il Seicento dai vari gruppi etnici presenti a Venezia, mentre le case sono decisamente più alte rispetto all’architettura classica veneziana, questo perché la densità di popolazione crebbe negli anni ed essendo l’area in cui potevano risiedere gli ebrei decisamente ristretta, non si aveva alternativa che costruire…in altezza.
Sarà solo con la fine della Serenissima Repubblica e con l’arrivo di Napoleone, nel 1797, che verrà posta fine alla segregazione ebraica a Venezia.
Durante le persecuzioni nazifasciste, 246 ebrei vennero deportati. Di questi, solo 8 fecero ritorno.
Oggi la comunità ebraica è perfettamente integrata a Venezia: ci sono numerosi ristoranti e chioschi kosher, e un importante Museo Ebraico che ben illustra la storia dell’ebraismo a Venezia.
Una passeggiata al Ghetto, a pochi passi dalla maggior strada commerciale di Venezia, Strada Nova, è l’ideale per chi alle zone turistiche preferisce tranquillità e pace. Sedetevi per una pausa nelle panchine del Campo del Ghetto Novo, ammirate gli alti edifici rimasti intatti nei secoli, visitate le Sinagoghe ricche di tesori antichi, respirate la multiculturalità della città.