Se nel resto dell’Italia il 25 Aprile è il giorno della Liberazione, a Venezia si festeggia doppiamente. É il giorno di San Marco, il Santo Patrono della città, l’evangelista a cui è dedicato uno dei simboli della città, la Basilica di San Marco.
Leggenda vuole che le reliquie dell’evangelista siano state trafugate da due veneziani, Rustico da Torcello e Buono da Malamocco.
Il corpo del santo infatti si trovava in Turchia quando i due decisero di trasportarlo, in gran segreto, a Venezia: misero i resti di Marco in una cassa contente carne di maiale, sicuri di passare inosservati alla dogana…le guardie musulmane certo non avrebbero aperto il contenitore!!! Il corpo di San Marco arrivò così in laguna, spodestando quello che fino ad allora era stato considerato il patrono della città, San Todaro (Teodoro), la cui statua campeggia sopra una delle due colonne di Piazza San Marco. Il 25 Aprile altro non è che la presunta della morte di San Marco, protettore e simbolo stesso della città, con la basilica a lui dedicata.
Ma perché San Marco doveva per forza riposare eternamente in laguna? Un’altro simbolo tutto veneziano, quello del leone alato, ce lo spiega.
L’imponente felino, infatti, rappresenta da sempre l’evangelista.
Si dice che Marco stesse annegando in acque lagunari, quando un leone alato gli apparve in sogno, recitando la frase “Pax Tibi Marce Evangelista Meus. Hic requiescet corpus tuum” (Pace a te Marco, evangelista mio. Qui riposerà il tuo corpo). Marco si salvò dal naufragio, portando così a compimento la sua missione evangelizzatrice tra le genti venete.
Ecco che il leone, in cui si incarna l’evangelista, diventa l’emblema di Venezia nel mondo, tuttora simbolo del Comune e della Regione Veneto.
Ma non solo: il 25 Aprile a Venezia è anche la Festa del Bòcolo, giorno in cui ogni innamorato che si dichiari tale deve portare un bocciolo di rosa alla sua bella. Anche in questo caso tutto nasce da una leggenda.
Maria, figlia del Doge Orso I, amava (ricambiata) un giovane di nome Tancredi. Il padre della ragazza non era d’accordo con questa relazione, così Maria suggerì al suo innamorato di andare a combattere contro i turchi per ottenere il consenso del Doge al loro matrimonio. Tancredi si distinse per il coraggio nelle azioni di guerra, ma questo non bastò a salvargli la vita: il ragazzo venne ferito a morte e cadde in un roseto. Prima di morire, però, Tancredi affidò all’amico Orlando un bocciolo di rosa intinto del suo sangue, perché venisse consegnato a Maria come pegno d’amore. Il 24 Aprile il bocciolo venne consegnato alla ragazza, e il 25 Aprile Maria fu trovata morta.
Una giornata, quella del 25 Aprile, densa di leggende e storie veneziane, di miti e di racconti…un motivo in più per fare un salto in laguna!